Il Santuario di Naresuan è situato in centro a Phitsanulok, lungo il corso del fiume Nan.
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Costruito nel 1961, il santuario sorge a fianco del Chan Palace, la residenza in cui nacque e trascorse l’infanzia.
Re Naresuan il Grande fu il 19° sovrano del Regno di Ayutthaya dal 1590 al 1605 con l’appellativo di Sanphet II (Somdet Phra Naresuan Maharat o Phra Naret).
Naresuan nacque a Phitsanulok nel 1555, figlio primogenito di Maha Thammaracha (membro della dinastia Phra Ruang di Sukhothai, governatore di Phitsanulok) e della Principessa Wisutkasat (figlia di Maha Chakkraphat, all’epoca sovrano di Ayutthaya).
In quel periodo storico, il Regno di Ayutthaya stava attraversando un periodo di crisi profonda (dal 1533 al 1548 furono assassinati quattro sovrani del regno).
Il Regno di Toungoo
Contemporaneamente, Tabinshwehti fu proclamato sovrano del Regno di Toungoo (con capitale Pegu, cittadina della Birmania centrale).
Con l’ascesa al trono di Tabinshwehti (1545), il Regno di Toungoo iniziò un’espansione territoriale che riunificò la Birmania.
Approfittando del periodo di crisi che stava attraversando Ayutthaya, nel 1549 Tabinshwehti sferrò una imponente offensiva.
Le truppe birmane si scontrarono con l’esercito di Ayutthaya alle porte della capitale.
Durante la battaglia, il sovrano Maha Chakkraphat fu salvato dall’eroico sacrificio della moglie Suriyothai, la nonna di Naresuan (tutt’oggi considerata una eroina nazionale).
Informato che a Pegu era in corso una ribellione della popolazione Mon, Tabinshwehti decise di ritirare le proprie truppe.
Durante la ritirata, i birmani tesero una imboscata agli inseguitori e catturarono il Principe Ramesuan, erede al trono di Ayutthaya, e Maha Thammaracha, governatore di Phitsanulok e padre di Naresuan.
Tabinshwehti impose al sovrano Maha Chakkraphat di non attaccare le truppe birmane durante la ritirata in cambio della riconsegna dei due principi.
Al ritorno in patria, a causa delle continue ribellioni delle popolazioni assoggettate (Mon in primis), Tabinshwehti entrò in un grave periodo di crisi personale.
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Il Secondo Impero Birmano
Nel 1550 Tabinshwehti fu assassinato ed il generale Bayinnaung assunse la reggenza.
Al comando di Bayinnaung – definito il “Napoleone della Birmania” – l’esercito di Toungoo divenne un’invincibile macchina da guerra.
Nel giro di pochi anni fu nuovamente riunificato il paese, furono annessi i principati shan ed occupato il Regno Lanna.
L’espansione territoriale di Bayinnaung creò il più grande impero del sud-est asiatico, denominato il Secondo Impero Birmano.
La deportazione in Birmania
Il pretesto per scatenare il secondo conflitto siamese-birmano fu il rifiuto del sovrano di Ayutthaya di cedere due elefanti bianchi (*) a Bayinnaung, che li aveva richiesti.
(*) L’elefante bianco era considerato sacro e simbolo di potere regale.
Iniziò cosi la seconda invasione birmana del Regno di Ayutthaya, definita dagli storici “La Guerra dell’Elefante Bianco” (1563).
Maha Thammarachat, considerata la superiorità delle truppe birmane, decise di consegnare Phitsanulok al nemico (1564).
A titolo di garanzia, furono presi in ostaggio i suoi figli, Naresuan e Ekathotsarot.
Maha Thammarachat rimase in carica come sovrano di Phitsanulok per diversi anni, fedele vassallo del Secondo Impero Birmano.
Naresuan e Ekathotsarot furono deportati in Birmania, dove trascorsero un periodo di circa 9 anni.
Durante la sua permanenza a Pegu, Naresuan fu accudito personalmente dal sovrano Bayinnaung, che gli insegnò la strategia militare.
Ayutthaya tributaria di Pegu
Dopo la conquista di Ayutthaya (1564), divenuta tributaria di Pegu, le truppe birmane attaccarono i territori del Regno di Lan Xang (attuale Laos).
Per contrastare l’offensiva birmana, Re Setthathirat, sovrano del Regno di Lan Xang, strinse un’alleanza con il Regno di Ayutthaya.
Bayinnaung si presentò alle porte di Ayutthaya con un imponente spiegamento di forze (costituito anche dalle truppe di Phitsanulok e Chiang Mai).
Dopo un periodo di assedio, nel 1569 Ayutthaya fu espugnata e l’intera famiglia reale fu deportata in Birmania.
Il sovrano Maha Chakkraphat morì durante l’assedio, ed il successore Mahinthra Thirat morì durante il trasferimento a Pegu.
Bayinnaung proclamò Maha Thammaracha sovrano del Regno di Ayutthaya con l’appellativo di Sanphet I.
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La rinascita di Ayutthaya
Nel 1570, approfittando della crisi di Ayutthaya, l’Impero Khmer sferrò una serie di attacchi contro la capitale siamese.
Tuttavia i siamesi riuscirono a respingere le offensive Khmer, infliggendo pesanti perdite al nemico.
Questi ripetuti tentativi d’invasione, nonostante i disagi e le perdite che comportarono, consentirono a Maha Thammaracha di ripristinare le difese della città con il consenso di Bayinnaung.
In quest’ottica, furono ricostruite le mura, scavati nuovi fossati ed acquistati cannoni dagli europei (portoghesi in primis).
Rientro in patria
In questo periodo, Maha Thammaracha propose a Bayinnaung la liberazione dei propri figli, Naresuan e Ekathotsarot, che erano ostaggi dei birmani dall’invasione del 1564, in cambio della figlia, la principessa Supankanlaya.
Bayinnaung accettò, la principessa siamese divenne la sua concubina ed i fratelli tornarono in patria nel 1571.
A seguito di altri due tentativi d’invasione da parte dell’Impero Khmer (1575 e 1578), Maha Thammaracha iniziò a delegare ai figli, in particolar modo a Naresuan, le incombenze militari.
Naresuan fu nominato viceré ed erede al trono e, come da tradizione, fu proclamato governatore di Phitsanulok.
Indipendenza
Nel 1581, il sovrano Bayinnaung morì mentre stava cercando di conquistare il Regno di Arakhan (attuale Stato Rakhine, Birmania Occidentale).
Il figlio Nandabayin divenne il nuovo sovrano del Regno di Toungoo (*).
(*) Privo dell’abilità e del carisma del padre, Nandabayin non seppe gestire la situazione ed in pochi anni causo la disgregazione del potente Secondo Impero Birmano.
Il nuovo sovrano invitò a corte tutti i re vassalli e governatori dell’impero. Da Ayutthaya fu inviato Naresuan.
Durante la sua visita a Pegu, scoppiò una rivolta della popolazione Shan. La rivolta fu domata dalle truppe agli ordini di Naresuan.
In quell’occasione Naresuan si rese conto della crisi in cui versava l’Impero Birmano dopo la morte del grande Bayinnaung.
Iniziò cosi a pianificare l’indipendenza di Ayutthaya.
Il principe guerriero
Nel 1584 ad Ava scoppiò una rivolta contro Nandabayin, ed il sovrano birmano chiamò nuovamente Naresuan a collaborare per sopprimerla.
In realtà, l’invito di Nandabayin era un complotto per ucciderlo.
Gli emissari inviati alla frontiera per riceverlo, rivelarono a Naresuan di essere venuti per assassinarlo.
Il principe convocò tutti gli ufficiali siamesi e birmani presenti nella zona ed annunciò ufficialmente la rottura dell’alleanza tra Ayutthaya e Pegu.
Successivamente, i birmani chiesero che venissero riconsegnati dei prigionieri shan fuggiti e rifugiatisi a Phitsanulok.
Naresuan rifiutò la richiesta di Nandabayin, confermando l’indipendenza di Ayutthaya. In conseguenza di tale rifiuto, Nandabayin sferrò un’offensiva contro il Regno di Ayutthaya.
Le truppe siamesi respinsero l’offensiva birmana, infliggendo perdite ingenti al nemico.
Alleanza con l’Impero Khmer
In questo periodo si verificò una fatto assolutamente straordinario.
Per respingere le ripetute invasioni birmane, nel 1584 fu stipulata un’alleanza tra l’Impero Khmer ed il Regno di Ayutthaya.
Nel dicembre del 1584 e nell’aprile del 1586, per la prima volta nella storia, le truppe Khmer combatterono al fianco dei siamesi, respingendo le offensive birmane.
Tuttavia tale alleanza fu relativamente breve. Nel 1587, infatti, l’impero Khmer, con un pretesto, cercò di invadere Ayutthaya.
In quell’occasione, le truppe siamesi respinsero un ulteriore tentativo d’invasione birmana e scacciarono le truppe Khmer dai territori del regno.
L’ascesa al trono
A seguito della morte di Maha Thammaracha (1590), Naresuan fu proclamato sovrano del Regno di Ayutthaya con l’appellativo di Sanphet II (1590-1605) ed il fratello minore Ekathotsarot, erede al trono, fu nominato vicere.
Nel 1590 e nel 1592, Nandabayin sferrò altre due offensive contro il Regno di Ayutthaya.
In entrambe le occasioni, le truppe di Naresuan andarono incontro al nemico.
La seconda offensiva fu guidata dall’erede al trono birmano, il principe Minchit Sra, che Naresuan aveva ben conosciuto durante il periodo di deportazione a Pegu.
Durante la battaglia di Nong Sarai (1592), Naresuan sfidò a duello Minchi Sra.
Durante lo scontro (a dorso di elefante), Naresuan uccise l’erede al trono di Pegu, e le truppe birmane si ritirarono.
La pesante sconfitta e la crisi che attanagliava l’Impero, tenne i birmani lontani dai territori del regno di Ayutthaya per diversi anni.
Scongiurato il pericolo di una ulteriore invasione birmana, le città del nord, teatro di numerose battaglie, cominciarono a ripopolarsi velocemente.
A seguito dei successi militari conseguiti da Naresuan, il regno di Ayutthaya raggiunse un’estensione territoriale che aveva ai tempi del sovrano Maha Chakkraphat (50 anni prima).
Conquista dell’Impero Khmer
Nel 1593, Naresuan sferrò una imponente offensiva (oltre 100,000 uomini) contro l’Impero Khmer.
Le truppe Khmer furono sconfitte ed i membri della famiglia reale cambogiana si rifugiuarono presso il Regno di Lan Xang (Laos).
Una guarnigione fu lasciata a governare i territori dell’Impero Khmer, furono liberati molti siamesi catturati in precedenza dai cambogiani e furono deportati ad Ayutthaya molti prigionieri di guerra (tra cui anche il principe Srisuphanma, comandante dell’esercito, fratello del sovrano Khmer).
Nel frattempo l’Impero Birmano, flagellato da una profonda crisi, cominciò una lenta ed inarrestabile disgregazione.
All’indipendenza di Prome, seguirono il Regno Lanna ed il Regno di Arakan. Quest’ultimi chiesero l’aiuto del Regno di Ayutthaya.
Naresuan inviò le sue truppe in supporto dei territori settentrionali, espandendo ulteriormente la propria influenza
Nel 1603 Naresuan inviò il principe Khmer Srisuphanna in Cambogia per prendere possesso del trono (rimasto vacante dopo la fuga dei membri della famiglia reale).
La morte
Nel 1604, Naresuan aveva conquistato diversi territori dell’Impero Birmano, compresi i principati della Stato Shan.
In quel periodo, il nuovo re birmano Nyaungyan Min inviò le sue truppe a Mong Nai, principato vassallo di Ayutthaya (attuale Stato Shan, Birmania Orientale).
Naresuan partì alla guida di un ingente esercito, rinforzato dalle truppe di Chiang Mai.
Giunto in località Mong Hang, all’estremo sud dello Stato Shan (Birmania Orientale), Naresuan si ammalò.
Raggiunto dal fratello Ekathotsarot, il sovrano fu trasportato a Wiang Haeng (distretto in provincia di Chiang Mai), dove morì tra le braccia del fratello (25 Aprile 1605).
Il Padre della Storia Thailandese
Considerato “Il Padre della Storia Thailandese”, Naresuan rappresenta un simbolo di indipendenza (e nazionalismo) per il popolo Thai.
Naresuan viene celebrato due volte l’anno dai thailandesi: il 18 gennaio, giorno in cui si svolse il celebre duello a dorso di elefante contro l’erede al trono birmano (1592), ed il 25 aprile, data della sua morte.
Santuario di Naresuan Phitsanulok