Situato ad un’altitudine di 1,060 metri s.l.m., Wat Phra That Doi Suthep è uno templi più importanti e venerati della Thailandia del Nord
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Dalla terrazza principale del complesso si può ammirare una splendida veduta panoramica di Chiang Mai e dell’intera valle del fiume Ping.
Wat Phra That Doi Suthep è accessibile attraverso una scalinata con 309 scalini, le cui balaustre sono decorate con due imponenti Naga, il serpente sacro della mitologia Induista-Buddhista.
L’Elefante Bianco
Secondo la leggenda, nel corso del XIV secolo un monaco buddista di nome Sumanathera ebbe un sogno nel quale gli fu detto di cercare delle reliquie del Buddha in loc. Pang Cha.
Il monaco, recatosi a Pang Cha, trovò la reliquia. Quest’ultima, secondo Sumanathera, aveva poteri magici; decise così di portarla al cospetto di Re Dharmmaraja, sovrano del Regno di Sukhothai. Questi, non convinto della versione del monaco, disse a Sumanathera che poteva tenerla per sé.
A differenza di Dharmmaraja, Re Nu Naone del Regno Lanna, chiamò a corte il monaco.
Il sovrano decise di custodire un pezzo della reliquia in un tempio a Suandok, mentre l’altro pezzo – più piccolo – fu applicato all’ornatura di un elefante bianco, lasciato poi in libertà.
La leggenda racconta che l’elefante bianco andò sulla sommità del Doi Suthep e, dopo aver emesso tre barriti, morì all’istante. Considerato un segno divino, il sovrano fece costruire un tempio proprio nel punto in cui l’elefante andò a morire.
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Visita del Wat Phra That Doi Suthep
La chedi dorata
La Chedi principale del complesso, contenente la preziosa reliquia, fu la prima struttura ad essere costruita.
Completamente rivestita con fogli d’oro, la chedi è caratterizzata da una serie di livelli concentrici e da un’estremità superiore particolarmente affusolata.
Attorno al basamento della chedi sono presenti svariate immagini dorate del Buddha.
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Le altre strutture
Oltre alla chedi principale, il complesso comprende una Viharn principale (Sala dell’Assemblea), la Ubosot (Sala dell’Ordinazione), diversi Padiglioni (Sala) ed un piccolo Museo.
L’area centrale del complesso è delimitata da una sorta di Porticato (Gallerie), caratterizzato da numerose immagini del Buddha.
Le pareti interne del porticato sono decorate con splendide pitture murali raffiguranti scene dei Jataka.
Centro di Meditazione Vipassana
Wat Phrathat Doi Suthep comprende anche un rinomato Centro di Meditazione Vipassana (*).
(*) Vipassana – che in lingua Pali significa “vedere le cose come sono realmente” – è una tecnica di meditazione tra le più antiche.
Originaria dell’India, la meditazione Vipassana fu praticata ed insegnata dal Buddha per uscire da ogni tipo di sofferenza attraverso l’eliminazione dei pensieri negativi che condizionano l’esistenza umana.
La meditazione Vipassana si basa su una sorta di auto-esplorazione attraverso la quale si arriva alla conoscenza dei meccanismi che manovrano i propri pensieri, sentimenti, giudizi e sensazioni.
Una forma di meditazione profonda attraverso la quale l’individuo riesce a capire come si cresce o si regredisce, cosa genera sofferenza ed insoddisfazione, e,soprattutto, come ci si libera da tale sofferenza. Un modo per cambiare se stessi attraverso l’osservazione di se stessi.
Il centro di meditazione del Wat Phrathat Doi Suthep è particolarmente rinomato e frequentato anche da molti cittadini stranieri.