I Jataka sono dei racconti – complessivamente 547 – che descrivono le vite precedenti del Gautama Buddha.
(*) Jataka è un termine Sanscrito che letteralmente significa “La storia delle nascite”.
Nei racconti, Siddharta Gautama è un Bodhisattva, un essere di straordinaria saggezza e compassione, che in ogni racconto appare con sembianze diverse (talvolta è un essere umano, altre volte assume le sembianze di un animale).
I Jataka costituiscono una sezione del Canone Pali, i testi sacri del Buddhismo Theravada.
Il messaggio dei Jataka
Le origini
I Jataka sono degli esempi che indicano la “retta via”, illustrando le virtù necessarie per raggiungere il Nirvana (l’emancipazione dal dolore, la felicità eterna)
Non si tratta soltanto di un percorso spirituale. I Jataka fanno riferimento anche e soprattutto a quelle virtù comportamentali attraverso le quali l’individuo si migliora ad ogni rinascita.
La soppressione degli influssi negativi (quali il desiderio sensuale, la voglia di esistere, l’ignoranza e l’opinione), legata ad un corretto comportamento etico, permette di conoscere e sfuggire alle leggi del Karma.
Non si hanno informazioni certe che indichino la data in cui furono scritti i primi testi. L’unico dato certo è il periodo in cui fu completata la raccolta integrale (V secolo d.C.)
Dipinto presso il Wat Phumin (Nan, Thailandia del Nord) realizzato da artisti di etnia Thai Lue alla fine del XIX secolo, durante la restaurazione del complesso
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I Jataka più popolari
Ogni racconto fa riferimento ad una specifica virtù.
Si elencano di seguito i più popolari:
- La regina regalata (virtù della generosità);
- I pappagalli ed il campo di riso (virtù della generosità);
- Il pranzo del demone (virtù della saggezza);
- Il picchio e il leone (virtù della gratitudine e della saggezza);
- La gazzella d’oro (virtù della gratitudine);
- La storia degli otto rumori (virtù della compassione);
- Il timone (virtù dell’intelligenza);
- La formula magica (virtù della sincerità);
- I pappagalli e la scimmia (virtù della pazienza);
- La tartaruga sentimentale (virtù del non attaccamento);
- Il pavone danzante (virtù dell’umiltà).
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